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GIOIE E DOLORI NELLA VITA DELLE GIRAFFE

2018

 

ruolo JUDY GARLAND

 

di Tiago Rodrigues

traduzione Vincenzo Arsillo

scene e regia Teodoro Bonci del Bene

produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

con Carolina Cangini, Martin Chishimba/ Abibou Ndiaye, Dany Greggio, Jacopo Trebbi

disegno luci, video e audio Matteo Rubagotti

costumi Cristina Carbone

scenografo realizzatore Rinaldo Rinaldi 
scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
contributo video (bambina nella tv) Cecilia Valli

foto di scena Davide Silvi

 

Il testo dello spettacolo GIOIE E DOLORI NELLA VITA DELLE GIRAFFE  è pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella Editore.

 

A proposito di questo spettacolo

Di Gioie e dolori nella vita delle giraffe scritto da Tiago Rodrigues, personalità di spicco del panorama teatrale portoghese che alcuni ricorderanno per Três dedos abaixo do joelho andato in scena a VIE Festival nel 2013, è protagonista una bambina di nove anni: orfana di madre e figlia di uno scrittore con problemi economici, vaga per Lisbona in cerca del Primo Ministro del Portogallo affinché eserciti potere per consentirle di soddisfare un suo capriccio; e, trovandolo, lo minaccia di morte.
«L’opera in sé è una sorta di fiaba contemporanea, dallo svolgimento lineare ma con elementi di post-drammaticità – suggerisce il regista Teodoro Bonci del Bene – e con alcune modifiche potrebbe somigliare a un film d’animazione di ultima generazione o al “Mago di Oz”; perché una bambina, ponendosi un obiettivo da raggiungere, cammina per la città e fa degli incontri, tra cui un orsacchiotto di pezza volgare e sboccato».
Ambientato per le strade di Lisbona, questo testo «se lo priviamo di reali connotazioni geografiche e delle citazioni che lo legano al Portogallo – aggiunge – potrebbe essere ambientato in una strada di periferia di una qualsiasi grande metropoli tanto quanto una strada periferica di una piccola città». Lo spettacolo genera una riflessione sul tema delle regole, e della sopravvivenza, in una «società di singoli» che pretende l’esistenza di norme soltanto per espandere o garantire la propria libertà individuale o personale.

cosa mi porto nel cuore
Judy Garland: questo il nome del mio personaggio in questa produzione ERT. Non si tratta di una caricatura dell’attrice divenuta famosa per aver interpretato Dorothy nel film Il Mago di Oz del 1939, bensì un orsacchiotto di peluche iperattivo e suscettibile (e dal linguaggio molto volgare) che accompagna la protagonista Giraffa in giro per la città. Il testo di Tiago Rodrigues potrebbe essere riassunto meglio di come l’abbia fatto io ma non è questo il mio scopo. Teodoro Bonci del Bene ha registicamente ribaltato come un calzino questo testo e ho personalmente amato la sua idea. Non ero camuffato da orsacchiotto di peluche (per quanto ne tenessi uno in mano simbolicamente, come fosse una marionetta cui occasionalmente dar voce) ma ero uno dei membri (forse un giovane rampollo di famiglia benestante che cercava di fuggire dalla routine borghese?) di un’eterogenea gang di periferia, coesa nel raccontare la storia della bambina protagonista Giraffa, alle prese con le storture del mondo adulto. Nella messinscena eravamo tutti sempre presenti, non si poteva mollare un attimo la presa. Spoiler: alla fine Judy Garland moriva ed è stata una delle morti (in scena) più belle che potesse capitarmi.

Gioie e dolori nella vita delle giraffe - making of
01:26
emiliaromagnateatro

Gioie e dolori nella vita delle giraffe - making of

Di Gioie e dolori nella vita delle giraffe scritto da Tiago Rodrigues, personalità di spicco del panorama teatrale portoghese che alcuni ricorderanno per Três dedos abaixo do joelho andato in scena a VIE Festival nel 2013, è protagonista una bambina di nove anni: orfana di madre e figlia di uno scrittore con problemi economici, vaga per Lisbona in cerca del Primo Ministro del Portogallo affinché eserciti potere per consentirle di soddisfare un suo capriccio; e, trovandolo, lo minaccia di morte. «L’opera in sé è una sorta di fiaba contemporanea, dallo svolgimento lineare ma con elementi di post-drammaticità – suggerisce il regista Teodoro Bonci del Bene – e con alcune modifiche potrebbe somigliare a un film d’animazione di ultima generazione o al “Mago di Oz”; perché una bambina, ponendosi un obiettivo da raggiungere, cammina per la città e fa degli incontri, tra cui un orsacchiotto di pezza volgare e sboccato». Ambientato per le strade di Lisbona, questo testo «se lo priviamo di reali connotazioni geografiche e delle citazioni che lo legano al Portogallo – aggiunge – potrebbe essere ambientato in una strada di periferia di una qualsiasi grande metropoli tanto quanto una strada periferica di una piccola città». Lo spettacolo genera una riflessione sul tema delle regole, e della sopravvivenza, in una «società di singoli» che pretende l’esistenza di norme soltanto per espandere o garantire la propria libertà individuale o personale. di Tiago Rodrigues traduzione Vincenzo Arsillo scene e regia Teodoro Bonci del Bene con Carolina Cangini, Martin Chishimba, Dany Greggio, Jacopo Trebbi disegno luci, video e audio Matteo Rubagotti costumi Cristina Carbone scenografo realizzatore Rinaldo Rinaldi scenografi collaboratori Lucia Bramati e Ludovica Sitti scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione direzione tecnica Robert John Resteghini contributo video (bambina nella tv) Cecilia Valli Big Action Money produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE Video realizzato da Marcello Filibeck - Studio Otto
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