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IL PICCOLO PRINCIPE

2021

 

ruolo AVIATORE

di Antonie de Saint-Exupéry

traduzione Nini Bompiani Bregoli

regia Riccardo Frati

con Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Elena Natucci, Jacopo Trebbi

 

produzione ERT / Teatro Nazionale

scene a cura del Laboratorio di ERT/Teatro Nazionale

costumi Gianluca Sbicca

disegno luci Eva Bruno

musiche Davide Fasulo

animazioni Davide Abbate

foto di scena Marika Puicher

dalle note di regia
Scritta tra l’estate e l’autunno del 1942, la storia prende le mosse dall’incidente aereo del 1935 avvenuto nel deserto e fin da subito sovrappone la voce dello scrittore a quella del narratore, entrambi aviatori persi nel Sahara alla ricerca di acqua, fino all’incontro con il piccolo ometto dai capelli color dell’oro nel quale possiamo scorgere un’altra proiezione dell’autore all’età di sei anni e nella cui malinconia ritroviamo quella angoisse sartriana che accompagnerà sempre Antoine, diviso continuamente tra la solitudine dei cieli e il cameratismo dei compagni. Solitudine come volto nascosto e complementare dell’amicizia, amicizia che il Piccolo Principe andrà cercando di asteroide in asteroide fino alla Terra, facendo solo domande senza mai dare spiegazioni, se non arrossendo come per dire «sì», e senza mai sorridere se non proprio alla fine del racconto, prima di svanire nel mistero.

Questa scomparsa prefigura magicamente quella tutt’ora misteriosa dello scrittore che il 31 luglio 1944 sparisce senza lasciare traccia tra le onde del Mar Mediterraneo. Per questo la valenza del Piccolo Principe senza dubbio risiede nel rimanere, al di là del clima di tenerezza e dell’esplosione di vita che rappresenta, la favola ostinata dell’enigma. Favola moderna nella quale cercare continuamente dei valori e dei significati con l’aiuto di simboli come la rosa, il baobab, la volpe, il deserto, il serpente o la sorgente d’acqua, a patto però di non dimenticare mai, nella sua semplicità, l’unico vero segreto: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”  Riccardo Frati

cosa mi porto nel cuore
Portare in scena dolcezza, profondità ed empatia. Questa la mia morbida sfida con il personaggio dell’Aviatore. Guardare il pubblico negli occhi ma saper anche lavorare con la quarta parete, in ascolto degli altri personaggi. Essenzialità dei gesti, pulizia della parola nel rispetto di un grande classico della Letteratura mondiale. Uno spettacolo che donava emozione e stupore e che molto pubblico tornava a vedere più volte. Una produzione che avrebbe meritato una tournée estremamente più lunga.

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©2022  -  Jacopo Trebbi

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