L'ISPETTORE COLIANDRO ST.5
ep.2 "testimone da proteggere" (2016)
ruolo Romeo Babini
diretto da Manetti Bros.
scritto da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi
Durante un diverbio per una questione di soldi, un uomo viene ucciso e il suo cadavere abbandonato per simularne un suicidio. Assiste alla scena Giacomino, un uomo a tratti infantile ma con grandi capacità matematiche, enigmistiche e di calcolo delle probabilità. Giacomino riceve delle minacce e De Zan, inconsapevole dell'origine di esse, decide di affidarlo alla protezione di Coliandro, per motivi di cortesia con don Roberto, suo vecchio parroco, nella cui canonica vivono ora Giacomino e sua sorella Ilaria. La scientifica, intanto, rivela che l'uomo trovato morto è stato in realtà ucciso: indagando, la Buffarini scopre che la vittima era affetta da ludopatia e che, nel bar dov'era solito giocare, le slot machine erano state imposte dalla malavita. Le intercettazioni telefoniche condotte non si dimostrano proficue, sicché in questura iniziano a nascere sospetti circa l'esistenza di una talpa, che si rivela essere Marchetti, poliziotto al soldo di un boss della 'ndrangheta. Intanto Coliandro, grazie all'aiuto di Gargiulo, scopre che Giacomino ha l'abilità di memorizzare i numeri di targa delle auto e di tradurli in un un'unica sequenza numerica. Decifrando tale crittografia, i due risalgono alle auto dei malavitosi che negli ultimi giorni li stavano pedinando. Scoperti da De Zan e dalla Longhi, quest'ultima decide di sfruttare la cosa, simulando una svolta nelle indagini per costringere malavitosi e talpa a uscire allo scoperto, ma tenendo all'oscuro di ciò Coliandro il quale, assieme a Giacomino e Ilaria, fa inconsapevolmente da esca. Marchetti e i criminali, come previsto dalla Longhi, decidono di agire anche perché venuti a conoscenza del fatto che Giacomino, con la sua abilità di calcolo, ha scoperto come la malavita abbia truccato le macchinette onde azzerare le probabilità di vincita. Non essendo a conoscenza del piano della questura e quindi insospettito dagli strani appostamenti sotto casa che crede essere opera dei malavitosi, l'ispettore decide di rifugiarsi con Giacomino e Ilaria nella canonica di don Roberto, da cui riesce ad avvisare Gamberini. Ma i malviventi, che li hanno seguiti fin qui, fanno irruzione avendo inizialmente la meglio. Tuttavia, un'improvvisa e breve oscurazione della luna fa urlare di paura Giacomino, spaventato dal buio: nel trambusto repentinamente la situazione si capovolge, con Coliandro e Giacomino che riescono a disarmare i delinquenti, alla fine tratti in arresto. Ormai chiarita la situazione, la Longhi fa suo il merito ma De Zan, per una volta, dissente e dà ragione all'ispettore causa i pericoli da lui corsi a sua insaputa.